BANDE DI BOLLINGER

Le Bande di Bollinger (che prendono il nome dal loro ideatore) vogliono essere d’aiuto per misurare e sfruttare, nell’operatività quotidiana, un aspetto che molto influisce sull’andamento delle quotazioni: la volatilità.

La volatilità, o variabilità di un titolo, la possiamo definire semplicemente (anche se non del tutto correttamente) come l’escursione media del prezzo in un dato periodo di tempo, e viene definita dalla Deviazione Standard. Per calcolare le Bande di Bollinger si usa dapprima una media mobile a G giorni (spesso 20) a cui viene aggiunto o sottratto il valore della deviazione standard moltiplicata per un determinato fattore K (spesso intorno a 2).
La banda superiore è quindi ottenuta aggiungendo alla media mobile K volte la deviazione standard. 
La banda centrale (se la si vuole visualizzare) è data dalla media mobile. 
La banda inferiore è calcolata sottraendo alla media mobile K volte la deviazione standard.

La banda, delimitata dalla linea superiore e dalla linea inferiore, formerà una specie di canale dinamico la cui ampiezza aumenta e diminuisce in funzione della volatilità del titolo, racchiudendo così un’alta percentuale delle sue oscillazioni.
Il beneficio più grande che si ricava dall’uso delle Bande di Bollinger sta nell’immediato impatto visivo che permette all’analista di farsi subito un’idea circa la volatilità che è presente sul mercato.
E’ risaputo che un periodo di bassa volatilità viene, solitamente, seguito da uno di alta volatilità e forte direzionalità. Un periodo di alta volatilità è, a sua volta, motivo di forte rischio di un improvviso e brusco cambiamento del trend.

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